Puntualizziamo

La politica economica, il commercio estero, l’occupazione, l’aiuto allo sviluppo, la formazione, l’innovazione, la svolta digitale o l’agricoltura: sono tutti argomenti al centro dell’attenzione pubblica e di cui si occupa il DEFR che, come tale, è l’interlocutore privilegiato dei media e dei cittadini. La rubrica «Puntualizziamo» contiene rettifiche o precisazioni a proposito di temi che sono stati pubblicati nei media. In generale, sono redatte soltanto nella lingua originale dell’informazione inesatta.



17 marzo 2023 | Tagesanzeiger e previsioni congiunturali: alcune precisazioni

L’articolo incriminato suggerisce, erroneamente, che la SECO stia elaborando previsioni in vista di una penuria di energia. Se è vero che il contesto economico attuale e i relativi possibili sviluppi risentono della situazione energetica in Europa e dell’andamento dei prezzi dell’energia, il gruppo di esperti non si occupa però di questo settore e non è quindi in grado di calcolare la probabilità di una penuria. Tuttavia, la formulazione delle previsioni congiunturali non può prescindere da un’ipotesi sugli sviluppi nel settore energetico.

Stando al comunicato stampa del 16 marzo «Previsioni congiunturali: nel 2023 l’economia svizzera crescerà nettamente sotto la media», il gruppo di esperti esclude - come già aveva fatto a settembre e a dicembre 2022 - che il prossimo inverno 2023/24 possa essere caratterizzato da una penuria di energia o da perdite di produzione consistenti. Ciononostante i prezzi del gas e dell’elettricità continueranno probabilmente a mantenersi elevati rispetto alla media storica.

Permangono inoltre i rischi per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico e i prezzi dell’energia, specialmente per il prossimo inverno 2023/2024. Se in Europa si verificasse una forte penuria di energia, con perdite di produzione su larga scala e un significativo rallentamento, anche in Svizzera bisognerebbe aspettarsi una recessione accompagnata da una forte pressione sui prezzi. L’ultimo aggiornamento in merito a un simile scenario risale alle previsioni congiunturali di dicembre 2022.

25 ottobre 2022 | Rettifica a un articolo pubblicato dal Tages-Anzeiger e da altre testate del gruppo TX a proposito di possibili misure sul mercato dell'elettricità a causa dell'aumento dei prezzi dell'energia

Il gruppo di lavoro interdipartimentale (composto da 5 dipartimenti e 12 uffici federali) è consapevole del fatto che un ritorno incondizionato delle aziende dal mercato libero dell’elettricità al servizio universale comporterebbe potenzialmente una ripercussione dei costi sugli attuali clienti del servizio universale. Ha pertanto elaborato delle varianti che escludono un tale travaso dei costi.

Il gruppo di lavoro ha inoltre esaminato ulteriori proposte per alleggerire gli oneri che gravano sui nuclei familiari e sull'economia.

Non commentiamo le indiscrezioni sul dossier di cui si sta occupando il Consiglio federale.



27 settembre 2022 | Il Consiglio federale non ha annunciato nessuna imminente situazione di penuria di elettricità

Contrariamente a quanto scritto in un articolo pubblicato sulla Neue Zürcher Zeitung (NZZ), il Consiglio federale non ha annunciato nessuna imminente situazione di penuria di elettricità. Il fatto che la legge sull'approvvigionamento del Paese (LAP), e in particolare l’articolo 32, costituiscono la base giuridica delle misure attualmente in vigore non significa che stia per verificarsi una situazione di grave penuria.

L'articolo 32 LAP può essere utilizzato come base giuridica per misure intese per superare una situazione di grave penuria che potrebbe verificarsi a medio termine le quali, per motivi tecnici o strutturali, hanno bisogno di un certo tempo di preparazione. In accordo con i giuristi della Confederazione, l'imminenza della minaccia di una grave penuria di un bene o di un servizio dipende anche dall'anticipo con cui il Consiglio federale può adottare misure in grado di scongiurare l'interruzione dell'approvvigionamento o di limitarne la portata. Per poter mettere in funzione la centrale di riserva, i lavori dovranno iniziare al più tardi a ottobre 2022. In questo caso, l'imminenza è chiaramente data dall'urgenza della misura.

La formulazione dell'attuale articolo 32 non è cristallina a questo proposito. Per ragioni storiche la LAP è stata infatti concepita per rispondere alle crisi caratterizzate da un'evoluzione rapida. Nel caso della crisi odierna, il termine «imminente» richiede un'interpretazione più ampia e basata sulla situazione attuale. In una prossima revisione della legge si dovrà tenere conto di questo aspetto.

Questa interpretazione non è affatto nuova: in passato la Confederazione si è infatti già avvalsa, a più riprese, della facoltà di liberare le scorte obbligatorie (art. 31 cpv. 2 lett. f LAP). Anche questa misura serve principalmente a prevenire una situazione di penuria in un momento in cui gli esperti la considerano possibile, ma non ancora certa.

Non è invece prevista l'adozione di misure di gestione della domanda (divieti di utilizzo, ecc.); in questo caso mancano infatti i requisiti di imminenza e proporzionalità.



7 settembre 2022 | Come vengono effettuati i controlli? Sono previste sanzioni?

Un articolo del quotidiano «Blick» è stato frainteso o riportato in maniera errata da parte dell’opinione pubblica. Attualmente la Svizzera non si trova in una situazione di penuria di elettricità o di gas naturale, per cui le restrizioni all'uso e i divieti che entrerebbero in vigore in tale situazione sono in fase di elaborazione e non è ancora possibile incorrere in violazioni. Al momento è in corso una consultazione con le parti interessate in merito a un progetto di ordinanza (situazione di penuria di gas, vedi Energia: consultazione sulle misure previste in caso di penuria di gas (admin.ch).

In caso di eventuali divieti si dovrà ovviamente pensare anche alla loro attuazione concreta e ai controlli. La legge sull'approvvigionamento del Paese (LAP), che fungerebbe da base per eventuali divieti, non prevede, nella sua forma attuale, multe disciplinari. Sanzionare eventuali violazioni della LAP sarebbe quindi più complicato; in ogni caso, un'eventuale pena pecuniaria non sarebbe per forza superiore a una normale multa disciplinare. L’aspetto fondamentale è che un sistema di controlli severi non è né applicabile né auspicabile. La Svizzera punta piuttosto sulla responsabilità del rispetto della legge da parte della popolazione.



31 marzo 2022 | «Republik» – Guerra in Ucraina: liste di sanzioni dell'UE e della Svizzera

Il 30 marzo 2022 la rivista online «Republik» ha pubblicato un articolo che mette a confronto le liste di sanzioni dell'UE e della Svizzera nel contesto della guerra in Ucraina. L'articolo afferma che l'UE ha sanzionato 27 persone e 4 entità originarie della Russia o dell'Ucraina, che invece non compaiono sulla «lista svizzera». Ciò corrisponde al vero solo in parte, come dimostra la seguente precisazione/rettifica.

  • La lista di sanzioni della Svizzera riguardanti la Russia/l'Ucraina corrisponde integralmente a quella dell'UE. Le 27 persone e 4 entità citate da «Republik» non sono oggetto di sanzioni dell'UE contro la Russia, bensì rientrano in un quadro sanzionatorio a parte.

  • Tra di esse, 6 persone – tra cui l'ex presidente ucraino Viktor Yanukovich – figurano sulla lista UE contestualmente alla restituzione di beni patrimoniali di provenienza illecita. La Svizzera ha ripreso i medesimi provvedimenti nella «ordinanza di blocco di valori patrimoniali nel contesto dell'Ucraina» (RS 196.127.67, nel frattempo una persona in Svizzera è stata cancellata dalla lista), la quale non è da intendersi un'ordinanza "sanzionatoria" vera e propria; la competenza è del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE, «Republik» ha ricevuto questa informazione prima della pubblicazione dell'articolo).

  • L'UE ha elencato le restanti 21 persone e 4 entità sotto i cosiddetti quadri sanzionatori «tematici», i quali non sono diretti contro Stati specifici - quindi nemmeno contro la Russia - bensì mirati a specifici comportamenti a livello mondiale (violazioni dei diritti umani, cyberattacchi e uso di armi chimiche). Oltre alle persone ed entità russe, tra i destinatari della sanzione ci sono persone ed entità di numerosi altri Stati. Bisogna pertanto distinguere chiaramente queste sanzioni tematiche dalle sanzioni contro la Russia. L'UE ha compilato le liste di persone ed entità russe anche indipendentemente (e ben prima) dell'attuale conflitto.

  • Un'eventuale adozione di queste sanzioni «tematiche» dell'UE nel settore delle armi chimiche, della cybersicurezza e dei diritti umani nel quadro della legge sugli embarghi (RS 946.231) è attualmente in discussione a livello federale.


6 novembre 2020 | Radio SRF – accordo di libero scambio con la Turchia

6 novembre 2020 | Radio SRF – accordo di libero scambio con la Turchia

Il giornale radio di SRF 1 ha commentato la prevista notifica per la ratifica dell'accordo di libero scambio "modernizzato" e dell'accordo agricolo tra gli Stati dell'AELS e la Turchia. Il giornalista aveva ottenuto le informazioni dalla SECO il giorno prima e ricevuto risposte molto dettagliate alle sue domande, risposte che tra l'altro spiegano che cosa è stato aggiunto all'accordo e perché ciò potrebbe comportare un miglioramento della situazione attuale, in particolare per quanto riguarda i diritti umani e la sostenibilità. Il giornalista però non ha detto una parola al riguardo e si è limitato a criticare il rinnovo dell'accordo. Per questo motivo pubblichiamo alcuni estratti della presa di posizione della SECO:

«Oltre all'allargamento economico, l'accordo modernizzato rappresenta un progresso in particolare nell'ambito dei diritti umani e della sostenibilità in quanto contiene un capitolo sul commercio e sullo sviluppo sostenibile, nonché riferimenti agli strumenti internazionali per i diritti umani e ai principi di buon governo. Un dialogo intenso, costruttivo e critico con questo Paese rimane fondamentale per la Svizzera e l'accordo modernizzato apporta un valore aggiunto in questo contesto. Senza gli accordi, non disporremmo di questa piattaforma aggiuntiva».

La risposta precisa inoltre che:

«L'entrata in vigore di questi due accordi modernizzati da parte della Svizzera va vista nella prospettiva del rafforzamento delle relazioni bilaterali, in particolare nei settori dell'economia, del commercio e della sostenibilità, che sono importanti per le relazioni globali con la Turchia. In ultima analisi, l'accordo di libero scambio e l'accordo agricolo modernizzati andranno a vantaggio degli operatori privati che potranno gestire le loro relazioni economiche bilaterali di concerto con i partner commerciali nei Paesi dell'AELS, con un calendario più chiaro e una maggior certezza del diritto».

Concretamente ciò significa che molte aziende svizzere beneficiano degli accordi di libero scambio, che con l'indotto conseguito all'estero garantiscono posti di lavoro in Svizzera.



3 gennaio 2020 | Blick - Studie Avenir Suisse e viticoltori

Nell’edizione di venerdì 3 gennaio 2020 il Blick ha citato un presunto «effetto Parmelin» nel contesto del sostegno alla viticoltura, basandosi sullo studio di Avenir Suisse «Les coûts de l’agriculture continuent d’augmenter». Avenir Suisse afferma inoltre che i costi dell’agricoltura ammonterebbero a 2269 franchi per anno ed economia domestica svizzera.

Il Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR) tiene a precisare le cifre pubblicate da Avenir Suisse, dal Blick e da 20 Minutes il 9 gennaio 2020.

Costi agricoli a carico delle economie domestiche svizzere

Basandosi su uno studio di Avenir Suisse, Blick e 20 Minuti sostengono che l’agricoltura svizzera costerebbe alle economie domestiche 2269 franchi all’anno. I costi annui a carico dei contribuenti ammonterebbero quindi a 20,7 miliardi di franchi all’anno.
Questa somma è una stima basata a sua volta su valori ipotetici. In realtà l’agricoltura costa ai contribuenti e consumatori 7 miliardi di franchi all’anno, 3,7 miliardi sotto forma di costi diretti e 3,3 miliardi per la protezione doganale. Questi 7 miliardi ritornano in gran parte ai settori situati a monte e a valle rispetto a quello agricolo, per cui quest’ultimo ne beneficia soltanto in piccola parte. Lo scarto di 13 miliardi rispetto alla cifra menzionata da Avenir Suisse risulta da una stima dei costi lordi ipotetici, tra cui i costi aziendali e ambientali.

In sintesi – e come dimostrano gli elementi fattuali riportati più in basso – il settore vitivinicolo non beneficia di finanziamenti supplementari da quando il Consigliere federale Guy Parmelin dirige il DEFR. Anzi: nel dialogo con il settore il capo del DEFR non ha dato seguito alle rivendicazioni concernenti un adeguamento dei contingenti tariffari, un abbassamento della franchigia da 5 a 2 litri per il traffico turistico o l’adeguamento dei volumi d’importazione.

Inoltre, per percepire aiuti supplementari per la promozione delle vendite alla fine del 2019 e per il 2020 Swiss Wine Promotion dovrà presentare progetti volti a migliorare la vendita dei vini svizzeri in Svizzera a corto e a lungo termine. 

Elementi fattuali

In Svizzera il settore vitivinicolo percepisce finanziamenti in tre modi diversi:

1.     Sostegno alla promozione delle vendite

2.     Pagamenti diretti

3.     Controlli della vendemmia

 

1.     Sostegno alla promozione delle vendite

Anno

Stanziamenti

Importi utilizzati

Importi inutilizzati

2012

2 500 000

2 225 985

274 015

2013

2 381 753

2 250 328

131 425

2014

2 987 250

2 908 759

78 491

2015

2 916 200

2 820 929

95 271

2016

3 151 200

2 785 413

365 787

2017

3 200 000

3 200 000

-

2018

3 200 000

3 200 000

-

2019

3 330 003

 

Non ancora contabilizzati

2020

2 975 031

 

Anno corrente

Spiegazione
Per ogni franco investito dal settore, la Confederazione investe anch’essa un franco.

Come illustrato dalla tabella, dal 2014 si è registrato un leggero incremento nella promozione ordinaria delle vendite dovuto ai progetti presentati dal settore interessato. Gli importi stanziati nel 2019 e nel 2020 sono invece leggermente diminuiti. A seguito della partecipazione all’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV) e del sostegno all’attuale crisi nel settore vitivinicolo, gli stanziamenti totali sono però leggermente aumentati.

2. Pagamenti diretti

Come tutti gli agricoltori che soddisfano le condizioni definite dalla Confederazione, anche i viticoltori percepiscono pagamenti diretti.

Dal 2014 in poi gli importi stanziati a questo fine non sono cresciuti. Tuttavia, nell’ambito del «piano d’azione dei prodotti fitosanitari» della Confederazione, dal 2018 i viticoltori che rinunciano a utilizzare prodotti fitosanitari possono chiedere «contributi per l’efficienza delle risorse». Nel 2018 sono stati versati a tal fine contribuiti per un milione di franchi.

Per maggiori informazioni: contributi per l’efficienza delle risorse

3. Controllo della vendemmia

La Confederazione partecipa al finanziamento dei costi di controllo della vendemmia versando un importo forfetario annuale ai Cantoni. Questi eseguono un controllo della vendemmia e forniscono un rapporto cantonale. L’importo forfetario si compone di un importo di base fisso di 1000 franchi e di un importo variabile di 55 franchi per ettaro di vigna.

Il contributo della Confederazione di cui all’articolo 31 dell’ordinanza sul vino è rimasto invariato dal 2015 ad oggi.

Per maggiori informazioni: articolo 31 dell’ordinanza sul vino (RS 916.140)

1.     Costi agricoli a carico delle economie domestiche svizzere

L’importo di 2269 franchi per anno ed economia domestica svizzera a copertura dei costi agricoli è sbagliato. Secondo Avenir Suisse, infatti, l’agricoltura costerebbe ai contribuenti 20,7 miliardi di franchi all’anno.

Questa somma è una stima basata a sua volta su valori ipotetici. In realtà l’agricoltura costa ai contribuenti e consumatori 7 miliardi di franchi all’anno, 3,7 miliardi sotto forma di costi diretti e 3,3 miliardi per la protezione doganale. Questi 7 miliardi ritornano in gran parte ai settori situati a monte e a valle rispetto a quello agricolo, per cui quest’ultimo ne beneficia soltanto in piccola parte. I 13 miliardi citati da Avenir Suisse sono una stima dei costi lordi ipotetici, tra cui i costi aziendali e ambientali.



21 settembre 2018 | L’articolo della NZZ su Agroscope non è corretto

Il 21 settembre 2018 la NZZ ha pubblicato un articolo in cui si afferma che il progetto di riorganizzazione della Stazione di ricerca Agroscope sarebbe stato interrotto e che la centralizzazione di Agroscope sarebbe stata annullata. Il titolo e la conclusione dell’articolo non sono corretti.

Ecco invece come stanno le cose.

Il 9 marzo 2018 il Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR) aveva illustrato lo stato dei lavori in vista del riposizionamento della Stazione di ricerca Agroscope nel quadro delle riforme strutturali della Confederazione.

Nella sessione estiva il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati hanno chiesto di sospenderne l’attuazione fino a quando non fossero stati disponibili i risultati di un’analisi approfondita.

Attualmente il DEFR sta vagliando i pro e i contro di diverse opzioni e ne sta discutendo con le cerchie interessate. A tal fine è stata intensificata la collaborazione, già avviata in primavera, con i rappresentanti di tali cerchie, dei Cantoni coinvolti e dei settori interessati. L’obiettivo del dialogo è mettere a fuoco le necessità, le esigenze e le opportunità di un riposizionamento di Agroscope.

Ciò creerà le basi per prendere decisioni ottimali sul futuro di Agroscope e in grado di raccogliere il consenso della maggioranza. Finché non sarà stato portato a termine questo processo non verrà presa alcuna decisione sul riposizionamento.

Fino a nuovo ordine non verranno forniti ulteriori dettagli o informazioni in merito.

Ultima modifica 17.03.2023

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