La politica industriale degli altri Paesi ha conseguenze limitate per la Svizzera
Berna, 22.05.2024 - La situazione dell’economia svizzera rimane globalmente buona. È la conclusione a cui giunge il rapporto adottato dal Consiglio federale il 22 maggio 2024, che analizza l’andamento economico degli scorsi anni e valuta la qualità delle condizioni quadro. Nonostante il rilancio della politica industriale in corso all’estero, la Svizzera mantiene la sua competitività, grazie a un approccio orizzontale di cui beneficiano in uguale misura tutti i settori.
Se si esamina l'ultimo quadriennio, caratterizzato da diversi momenti di crisi, emergono - ancora un volta - le ottime capacità di resistenza dell'economia svizzera. Il contesto economico rimane tuttavia problematico, anche alla luce delle recenti iniziative di politica industriale, avviate dall'Unione europea e dagli Stati Uniti, finalizzate a promuovere, tra le altre cose, la decarbonizzazione e a ridurre i fattori di dipendenza commerciale. Alla luce dell'apertura economica della Svizzera, le iniziative suddette potrebbero risultare problematiche, a causa delle sovvenzioni e della distorsione della concorrenza che esse comportano: ad esempio, incentivi per la localizzazione degli impianti che producono tecnologia verde o aiuti riservati alla produzione locale. Tuttavia gran parte delle sovvenzioni - come i sussidi destinati al risanamento energetico degli edifici - non sarebbero dannose per l'economia svizzera, perché offrirebbero addirittura nuovi sbocchi alle aziende nazionali. Secondo uno studio commissionato dalla Segreteria di Stato dell'economia (SECO) per l'economia svizzera l'effetto complessivo di queste iniziative sarebbe molto contenuto.
Da un raffronto sistematico della politica economica, energetica e climatica della Svizzera con i programmi adottati all'estero, emerge inoltre che anche nel nostro Paese sono in corso programmi globali di promozione, inerenti soprattutto alla protezione del clima e all'energia. Dal 1° gennaio 2025 entreranno in vigore misure d'incentivazione aggiuntive nel quadro della legge sul clima e l'innovazione nonché della legge sul CO2 riveduta. Vista l'apertura economica della Svizzera, sarebbe opportuno rinunciare anche in futuro a misure protezionistiche e a distorsioni della concorrenza finalizzate a sostenere singole imprese o settori, secondo un orientamento di politica industriale verticale. Mantenere per quanto possibile neutrali, sotto il profilo tecnologico e settoriale, i programmi di incentivazione e sovvenzione rimane prioritario, affinché la politica climatica, energetica ed economica possa favorire la competitività e l'innovazione. Secondo il Consiglio federale, per rafforzare durevolmente la piazza economica svizzera occorre aggiornare costantemente le condizioni quadro economiche e ridurre i costi produttivi a carico delle imprese, mantenendo così l'approccio orizzontale della politica industriale svizzera.
Un'agenda di politica economica per migliorare le condizioni quadro
In molti settori la Svizzera offre ottime condizioni quadro: un'infrastruttura affidabile, un sistema formativo eccellente e permeabile, come pure - nonostante l'introduzione dell'imposta minima OCSE - oneri fiscali moderati a carico di aziende e privati. L'attuale legislatura deve affrontare svariati problemi, e nel rapporto sulla situazione dell'economia svizzera il Consiglio federale sintetizza in un'agenda di politica economica i principali progetti finalizzati a questo scopo. Tra questi, il pacchetto negoziale con l'UE, per assicurare e proseguire la via bilaterale; lo sviluppo della rete di accordi di libero scambio; l‘attuazione della nuova legge sullo sgravio delle imprese; la revisione della legge sui cartelli e la riforma delle autorità in materia di concorrenza; l'ulteriore promozione dello sfruttamento del potenziale di forza lavoro; l'accelerazione dello sviluppo e della trasformazione delle reti elettriche; o le previste riforme dell'AVS.
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