Il Consiglio federale raccomanda di respingere l’iniziativa «più abitazioni a prezzi accessibili»

Berna, 25.11.2019 - Il 9 febbraio 2020 il popolo svizzero sarà chiamato a pronunciarsi sull’iniziativa popolare «più abitazioni a prezzi accessibili». L’iniziativa chiede che almeno il 10 per cento degli edifici di nuova edificazione appartenga ai committenti di utilità pubblica, progetto che andrebbe a carico dei contribuenti. L’iniziativa chiede inoltre che i programmi degli enti pubblici per promuovere i risanamenti non comportino la perdita di abitazioni a pigione moderata, il che renderebbe i risanamenti poco interessanti per proprietari di abitazioni. Il Consiglio federale intende rafforzare la politica di promozione perseguita finora e raccomanda pertanto di respingere l’iniziativa.

L’iniziativa popolare «più abitazioni a prezzi accessibili» è stata depositata a ottobre 2016. Secondo i fautori ci sarebbero in Svizzera troppo poche abitazioni a prezzi abbordabili. La Confederazione e i Cantoni dovrebbero pertanto contribuire ad aumentare continuamente la quota delle abitazioni appartenenti ai committenti di utilità pubblica, che di solito sono le cooperative edilizie. Grazie a un diritto di prelazione, Confederazione e Cantoni dovrebbero mettere a disposizione i terreni edificabili necessari a tal fine.

In Svizzera c’è nel complesso un numero sufficiente di abitazioni di buona qualità e abbordabili dal punto di vista finanziario. Grazie alle intense attività edilizie degli ultimi anni le persone che cercano un alloggio hanno oggi più possibilità di scelta. Gli interventi dello Stato richiesti dai fautori dell’iniziativa non sono quindi necessari. Nelle zone urbane, dove il fabbisogno è molto alto, la rigida regola secondo cui il 10 per cento delle abitazioni di nuova costruzione debba appartenere ai committenti di utilità pubblica sarebbe irrealizzabile. Bisognerebbe inoltre edificare nuove abitazioni anche laddove vi è già un’eccedenza. I diritti di prelazione chiesti dall’iniziativa penalizzerebbero i privati e la limitazione dei risanamenti renderebbe poco interessanti i progetti che rientrano nella strategia energetica 2025. Realizzare tutte le richieste avanzate dai fautori dell’iniziativa graverebbe pesantemente sulle finanze federali e cantonali e comporterebbe per tutti gli interessati maggiori oneri amministrativi.

Le misure finora adottate dalla Confederazione per promuovere la costruzione di abitazioni di utilità pubblica si sono dimostrate valide e vanno quindi mantenute. Il Parlamento ha già deciso di alimentare l’apposito «Fonds de Roulement» con un importo supplementare fino a 250 milioni di franchi nei prossimi 10 anni. La quota di abitazioni di utilità pubblica potrà così essere mantenuta a lungo termine al 4 per cento circa. Eventuali misure supplementari a livello regionale o locale sono di competenza cantonale o comunale. Modificare la Costituzione federale, come chiesto dall’iniziativa, non è la soluzione giusta.


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