Accordo di partenariato economico globale AELS–Indonesia: Consiglio federale e Parlamento raccomandano di votare sì

Berna, 07.12.2020 - Nel corso di una conferenza stampa svoltasi il 7 dicembre 2020, il consigliere federale Guy Parmelin ha presentato gli argomenti del Consiglio federale a favore dell’Accordo di partenariato economico globale tra gli Stati dell’AELS e l’Indonesia. Contro l’Accordo è stato indetto un referendum, per cui il 7 marzo 2021 i cittadini svizzeri saranno chiamati a pronunciarsi su questo tema. L’Accordo permette alle imprese svizzere di accedere senza discriminazioni al mercato emergente indonesiano, che presenta un grande potenziale di crescita. Allo stesso tempo contiene disposizioni dettagliate sulla protezione ambientale e sui diritti dei lavoratori e vincola le limitate concessioni per l’olio di palma a severi requisiti di sostenibilità.

Molti posti di lavoro in Svizzera dipendono più o meno direttamente dalla vendita dei nostri prodotti e servizi all’estero. Per questo motivo le piccole e medie imprese (PMI) e le grandi aziende elvetiche devono essere in grado di fronteggiare la concorrenza internazionale. Devono quindi poter contare sulle esportazioni e su un accesso affidabile a importanti mercati esteri. L’Indonesia è il quarto Paese più popolato del mondo e ha una classe media in crescita. L’Accordo elimina i dazi sul 98 per cento delle esportazioni di merci svizzere e impedisce che le nostre aziende vengano discriminate su questo importante mercato. Con le sue disposizioni concernenti gli scambi di beni e servizi, gli investimenti e la proprietà intellettuale, aumenta la sicurezza giuridica e di pianificazione per le nostre aziende.

Contro l’Accordo, approvato dal Consiglio federale e dal Parlamento nel 2019, è stato indetto un referendum. Il comitato referendario teme che le riduzioni dei dazi accordate per le importazioni di olio di palma dall’Indonesia possano ripercuotersi negativamente sulla produzione nazionale di semi oleosi. Il comitato esprime inoltre preoccupazione per l’impatto ecologico e sociale della produzione di olio di palma nei Paesi di provenienza. L’Accordo però tiene pienamente conto di queste preoccupazioni.

Nessun pericolo per l’agricoltura svizzera

Grazie al coordinamento accurato e alla limitazione delle concessioni, l’Accordo non comporterà svantaggi per l’agricoltura svizzera. Per l’olio di palma, i dazi doganali vengono ridotti solo del 20–40 per cento circa e solo per quantitativi limitati. In questo modo si garantisce che le importazioni totali di olio di palma in Svizzera non aumentino e che la produzione nazionale di olio di colza e di girasole non ne risenta. Ne risultano inoltre nuove possibilità di esportazione per prodotti svizzeri quali cioccolato, formaggio e altri latticini.

Solo olio di palma sostenibile

L’Accordo obbliga le parti contraenti a proteggere l’ambiente e i diritti dei lavoratori. Un punto fondamentale è costituito dalla tutela delle foreste e dalla produzione sostenibile dell’olio di palma. Solo l’olio di palma la cui sostenibilità è dimostrata può beneficiare delle riduzioni tariffarie previste. L’attuazione di questo aspetto sarà disciplinata in un’ordinanza a sé stante, che entrerà in vigore insieme all’Accordo e garantirà il rispetto delle severe condizioni imposte.

Un Accordo equilibrato

L’Accordo è equilibrato e tiene conto degli interessi di entrambe le parti. Migliora le condizioni quadro per le relazioni economiche reciproche, contribuisce all’obiettivo dello sviluppo sostenibile e non mette in pericolo l’agricoltura svizzera. Nel quadro della cooperazione economica, la Svizzera sosterrà l’Indonesia affinché ampie fasce della popolazione possano trarre beneficio dall’Accordo. Respingere questo atto normativo sarebbe un’occasione mancata per l’industria d’esportazione elvetica. Inoltre, toglierebbe al nostro Paese l’opportunità di fornire un importante contributo per sostenere gli sforzi globali volti a una produzione più sostenibile dell’olio di palma.


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